Come restare in equilibrio di fronte a un'offesa
- Fiorenza Galeotti
- 5 nov 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Come conservare il proprio equilibrio davanti a un'offesa? Solo accettando ciò che non ci piace si può evolvere in una crescita interiore: "Il risentimento provocato dall’offesa nasce dalla debolezza di un animo che si chiude di fronte a una parola o a un’azione malevola: "Quel tale, oggi, non mi ha ricevuto, ma ha ricevuto altri"; oppure: "Mentre parlavo, mi ha contraddetto con arroganza e addirittura mi ha riso in faccia"; e ancora: "Non mi ha dato il posto d’onore a tavola, mi ha cacciato in fondo"; e altre simili bazzecole, capricci di una persona viziata. Sono di solito gli uomini cui tutto gira per il verso giusto che reagiscono così, mentre chi ha per la mente problemi seri, non ha tempo per badarci.
Quando hanno troppo poco da fare, i caratteri per natura deboli e non abituati alle contrarietà, si lasciano turbare da queste inezie, il cui peso deriva soprattutto da una cattiva interpretazione. Quindi, chi si risente di queste offese, dimostra di non avere senso della misura né carattere; certamente costui si sente oggetto di disprezzo, ma questo sentimento è la prova della fragilità del suo animo, facile a deprimersi e ad abbattersi. Il saggio, invece, non si sente mai disprezzato; è consapevole del suo equilibrio, esclude che qualcuno possa tanto contro di lui, e non si preoccupa di respingere quelle che si possono considerare contrarietà più che avversità...(Seneca, La fermezza del saggio)
Viviamo in una società in cui ci si offende facilmente, appena si riceve una piccola critica o qualcosa che intacca la nostra personalità. Perché accade? Perché siamo "troppo attaccati" alle opinioni, convinzioni, che abbiamo di noi stessi e del nostro ego. E' come se fossimo ricoperti da una montagna di neve (opinioni, convinzioni molto radicate di noi stessi) che si scioglie in attimo al calore del sole (la pace e l'amore sempre presenti nel nostro cuore). E quando arriva la pace ci si chiede: a cosa è servito tutto il resto? A niente. Chi invece ha saggezza, ha saputo liberarsi degli attaccamenti che ha di se stesso, non si offende davanti a un attacco personale perché ha conservato soltanto la pace e la fiducia del proprio equilibrio interiore, infinitamente solido e inattaccabile perché in sintonia con la propria essenza di pace. Forte di questo, non può fare altro che perdonare e aiutare le fragilità altrui, perché sa quanto è "illusorio" l'attaccamento a un'opinione, una convinzione, e, se vogliamo allargare lo zoom all'esterno, a una bandiera, a un partito, a un'identità. La meditazione, come la filosofia di Seneca, ci insegna questo, ad imparare 4 regole spirituali:
1. Accettare ciò che "non ci piace"
2. Osservare le emozioni che accadono dentro di noi (repulsione, rifiuto, attaccamenti vari)
3. Lasciare andare con amore e perdonare con gentilezza
4. Ritornare alla propria pace interiore, ricchi di equlibrio e beatitudine (pace, amore, equilibrio)

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